Ghino di Tacco

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TERNI – CONSIGLIERE COMUNALE SPIEGA AI ROMANI COME SI AFFIGGONO I MANIFESTI!

In politica, terni, Uncategorized on 11 giugno 2013 at 23:21

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Terni – Il consigliere comunale del Pdl, Francesco Maria Ferranti, spiega ai romani come si affiggono i manifesti! Nel pubblicare su Facebook la foto che riportiamo nel post scrive: “In questa foto si chiarisce cosa devono fare le squadre di affissori manifesti… Devono passare e coprire tutto… Specie de rosso… A Roma prevalgono i manifesti dei compagni“. Dopo qualche minuto chiarisce meglio commentando la stessa foto: “Scusa Gerardo mi sbaglio i miei uomini da te coordinati coprivano anche  i cartelli stradali…“.

Ricordiamo a tutti ma soprattutto al consigliere Ferranti che un manifesto è abusivo se: 1) è affisso fuori dagli spazi consentiti: muri, cabine telefoniche, cassonetti immondizia… (sanzione da 200 a 1050 euro); 2) è affisso sugli spazi commerciali del Comune (quelli affissi tutto l’anno); se non ha il timbro comunale vuol dire che non ha pagato i diritti all’erario (sanzione da 100 a 500 euro); 3) è affisso sui tabelloni messi apposta per le elezioni ma negli spazi assegnati agli altri partiti (sanzione da 200 a 1050 euro).

 

IL RISVEGLIO DELLE TARTARUGHE…

In politica, terni on 5 gennaio 2011 at 12:37

Michele Rossi, coordinatore comunale Pdl Terni

(Terni) Dopo oltre quattro semestri di sostanziale silenzio ‘politico’, quello che dovrebbe essere il maggior partito dell’opposizione cittadina, il PDL, sembra risvegliarsi come una tartaruga dal letargo invernale. Il risveglio avviene con un comunicato nuovo, diverso da quelli sullo stato della fontana di piazza Tacito, sulla scarsa bellezza dei paletti di acciaio nel centro cittadino, sulle buche di qualche strada, sul malfunzionamento di qualche semaforo e diverso anche dalle solite menate sul Liceo Musicale; forse il primo comunicato ‘politico’ della nuova consiliatura.

Ecco il testo inviato dal Coordinatore comunale PDL Terni, Michele Rossi:

Non ci sono idee e non c’è qualità nell’attuale amministrazione cittadina, si naviga a vista affrontando solo le emergenze senza programmare il futuro. Questa è la realtà dei fatti e sono sempre di più coloro che hanno coscienza di questo, tra i cittadini e anche tra i banchi della stessa maggioranza.

C’è la necessità di un cambio radicale della politica di questa amministrazione.

Per questo motivo sono ancor più incomprensibili le parole di Venturi (Terni Oltre) forse preoccupato di trovare una sua possibile collocazione collaborazionista e di proporsi a una maggioranza in evidente difficoltà.

Lancia un appello, andando oltre gli schieramenti e le appartenenze politiche affinchè ci si unisca tutti insieme intorno ad alcune idee condivise. Se da una parte è apprezzabile che anche l’esponente neocivico riconosca in premessa del suo ragionamento l’inadeguatezza dell’attuale amministrazione non si può però concordare facilmente sulle sue conclusioni.

Occorre più che prestare la spalla all’amministrazione attuale, proprio per vero senso di responsabilità, operare perché ci sia un vero e proprio cambiamento radicale, perché finalmente si rompa il sistema.

Siamo comunque alternativa ma non disfattisti così come abbiamo dimostrato in delicate vicende cittadine dove determinante è stato il nostro contributo (Basell, Università, Liceo Musicale); costruttivi esclusivamente per il reale bene della città ma non per questo pronti ad aiutare la sopravvivenza di un’amministrazione che continuando così a vivacchiare danneggerebbe con scelte insensate la città, e che sarebbe meglio venisse prima possibile politicamente sconfitta.

Creso che sia chiaro che non apporteremo mai il nostro appoggio solo per far sopravvivere una maggioranza che per il bene di tutti deve cadere.

Bisogna certamente unire le forze ma per sconfiggere definitivamente questa politica di sinistra che ha soffocato e continua a soffocare, con il suo clientelismo e con la sua inadeguatezza, il libero sviluppo che questa Città merita.

Il vero appello da fare allora è a chi, al di là delle parole di opposizione spese nella conferenza stampa, vuol essere veramente alternativo a questo tipo di politica e che con determinazione e convinzione vuol rappresentare un altro modo di amministrarem completamente diverso. Per questo collaboreremo con tutte quelle forze inequivocabilmente alternative che non intendono prestarsi, per falso senso di responsabilità, a possibili aiuti a un esecutivo senza idee e senza futuro, che continuerebbe a danneggiare la città.

Piuttosto il PDL locale, primo partito di opposizione, è sempre aperto al confronto con tutte le forze di opposizione anche singole, per aprire un dibattito finalizzato a migliorare l’iniziativa politiva unitaria e la proposta amministrativa alternativa da offrire alla Città.

E’ auspicabile che la vera opposizione nella sua interezza sia più compatta, con proprie idee per il futuro sviluppo economico, sociale e urbanistico della Città. Non possiamo solo criticare e “urlare” contro la sterile azione amministrativa fin qui prodotta, non dobbiamo avere un atteggiamento unicamente disfattista ma abbiamo il dovere di proporre, di essere costruttivi e di porci come alternativa in grado di guidare Terni nei prossimi anni.

Sono convinto che il confronto solo con chi condivide questa impostazione ed è chiaramente lontano da questo modo di amministrare la città, per reale convinzione e che mai per questo si presterebbe a un possibile facile soccorso, ci garantirà successi politici futuri“.

Insomma il PDL non ci sta, e lancia l’appello alle forze di opposizione “anche singole” (?), attacca Venturi su una sua possibile apertura alla maggioranza e promette guerra.

Probabilmente la tartaruga si accorgerà presto – o si è già accorta – che è ancora inverno e che è meglio dormire ancora per qualche semestre…

Quoziente familiare a Terni, l’evanescente proposta di Baldassarre

In politica on 23 settembre 2010 at 16:25

Dalla stampa locale ho appreso che l’ex presidente della Consulta, ex presidente Rai ed ex candidato Sindaco del Pdl al nostro comune, Antonio Baldassarre “vuole adottare il quoziente familiare” (da ‘il giornale dell’Umbria’ del 21/09/2010 – “Sociale, Baldassarre vuole adottare il quoziente familiare“).

Non potete immaginare lo stupore scoprire che dopo oltre un anno dalle elezioni amministrative colui che avrebbe dovuto rappresentare il cambiamento, rivoluzionare la nostra città è ancora presente, e si arrabbia.

Dallo stesso articolo sopra citato leggiamo “Baldassarre si è tolto qualche sassolino all’indirizzo del sindaco“.  Il presidente emerito della Corte Costituzionale avrebbe addirittura dichiarato: “Di Girolamo ci ha accusato di non essere costruttivi e propositivi. Semmai è il contrario. Finora dal sindaco si sono avute solo le linee programmatiche evanescenti, se si escludono un pacco di varianti urbanistiche“. Che verve! Che grinta! Dalla piazza sottostante si sentono già le urla dei sostenitori, di quanti ancora sperano nel cambiamento. “Vogliamo dare una scossa a questa amministrazione – ha tuonato – che non sta facendo nulla per la città. E’ vero che hanno vinto le elezioni con una manciata di voti, ma questo non li esime dal governare una comunità con provvedimenti, scelte e decisioni. Invece non c’è mai una proposta. Sono le opposizioni che propongono, ma per ragion politica vengono rigettate idee buone per la Terni presente e Futura” (da ‘La Nazione’ del 21/09/2010 – “Prelievo fiscale? Non solo l’Isee: ci si basi sul quoziente familiare“).

Quindi? Dopo il grande risveglio? La piazza attende trepidante, c’è chi spera si parli del lavoro che manca, delle inefficienze amministrative, della crisi delle partecipate, di un’economia al collasso e di una maggioranza alla deriva. Invece…

Introdurre il quoziente familiare nel sistema tributario, tariffario e fiscale del Comune“, dalla piazza un boato di disperazione e la folla inizia a disperdersi. “Con uno specifico atto di indirizzo, che ci auguriamo possa essere messo in discussione quanto prima – ha continuato il professore – chiediamo che anche Terni possa essere annoverata nel progetto nazionale ‘Città per la famiglia’. Chiediamo all’amministrazione e ai colleghi del consiglio comunale di adottare una vera e propria rivoluzione tributaria per favorire le famiglie più numerose“. La piazza è ormai vuota. La folla è a casa e spera al più presto di leggere un intervento di Melasecche, almeno lui fa opposizione…

Comunque, bando alle ciance, una proposta c’è stata ed un atto di indirizzo è stato presentato anche se risulta un pò evanescente. Evanescente perché non dice nulla, due paginette vuote che rimettono alla Giunta ogni eventuale realizzazione. Parlare di quoziente familiare in questo modo è come dire nulla. E’ come parlare di federalismo senza sapere come verrà applicato. Affermare “avviare, a partire dal prossimo anno finanziario e dal Bilancio 2011, la riforma dei criteri di determinazione delle tariffe e delle tasse di pertinenza comunale introducendo indicatori integrativi dell’ISEE al fine di realizzare compiutamente, entro il triennio successivo, il “quoziente familiare” come base per il sistema fiscale e tariffario comunale” è dire nulla. E’ un concetto vuoto che non prende in considerazione nemmeno gli eventuali minori introiti per l’amministrazione che potrebbero derivare dall’introduzione di un nuovo meccanismo di calcolo. Una proposta del genere non è altro che uno spot travestito. Una proposta che viene fatta soltanto per fare bella figura con gli ambienti cattolici e che tanto nessuno approverà mai.

In mancanza di qualsiasi elemento oggettivo su cui discutere, mi limiterò ad esprimere brevemente i miei dubbi sul quoziente familiare che sembra andare tanto di moda.

  1. se l’unità impositiva passerà dall’individuo al nucleo familiare certamente ciò renderà più equa la calibratura del carico fiscale sulle famiglie nel tentativo di valorizzarne la funzione sociale per la comunità ma resta da capire e da definire in sede legislativa cosa si definisce come famiglia affrontando questioni giuridiche, amministrativem gestionali e persino morali che ovviamente non possono essere affrontate da un’amministrazione comunale;
  2. se la tassazione sarà in funzione della numerosità del nucleo familiare come potremo misurare le variazioni del benessere individuale al variare del numero dei membri del nucleo familiare, un concetto in cui – ovviamente – nella proposta non si fa cenno. Come considerare l’indicatore di peso ai fini del calcolo matematico di ciascun membro della famiglia? Come si pesano altri familiari a carico per arrivare al risultato finale?
  3. la tassazione a quoziente familiare a poi anche un altro effetto collaterale negativo: tende a ridurre l’offerta di lavoro femminile, che in Italia è tra le minori d’Europa, spostando in capo al coniuge con reddito più basso (di solito la moglie) parte dell’onere fiscale, ed allontanerebbe ancor di più il nostro paese dal raggiungimento di uno degli obiettivi dell’Agenda di Lisbona, che punta ad un tasso di partecipazione femminile alla forza-lavoro pari almeno al 60% (attualmente l’Italia è poco sopra il 40%).