La situazione a Terni è disperata, il lavoro non c’è e quello che è rimasto rischia di sparire. L’inerzia della politica e del mondo imprenditoriale continuano ad essere evidenti. Nulla sembra poter invertire la tendenza al declino della vecchia dinamica città dell’acciaio mentre la corruzione dilaga ed i nostri ragazzi sono costretti a non lavorare o a fuggire all’estero.
Che fare dunque? Non ci resta che pregare.
No, non sto scherzando. Non siamo nemmeno difronte alla sceneggiatura di una commedia ma nella parrocchia della Polymer dove Don John McElroy lancia la “Notte bianca di preghiera“, una – come si legge nel comunicato della Diocesi di Terni Narni e Amelia – “24 ore di Adorazione Eucaristica per pregare per la situazione lavorativa a Terni“.
Queste le parole del parroco Don John, ex militare statunitense: “La situazione è ancora critica. Dobbiamo interpellare il nostro Creatore per il futuro, non solo del polo chimico e dell’Ast, ma per tutta la situazione lavorativa della nostra città. Anche se sei nel dubbio che Dio esista, questo è il momento di andare oltre ogni dubbio, di chiedergli di farsi presente, di farsi sentire. Ricordiamoci che la fede ci indica una speranza che va oltre questo mondo“.
Una veglia di preghiera? Così siamo ridotti nella rossa Terni? No, non pensate che abbia qualcosa contro l’iniziativa – per certi versi anche lodevole – del parroco americano. Il problema è che dopo tanti anni di emancipazione non ci resta che pregare o sperare nella ‘Divina Provvidenza’, come cinquant’anni, cento, centocinquanta, duecento… anni fa.